Importi ridotti e assegnazioni mediante affidamento diretto: queste le caratteristiche più evidenti delle gare esperite dalle Stazioni Appaltanti del Veneto in questi primi tre mesi dell’anno.
Ben il 57,9% delle gare espletate ha un importo minore di 40.000 euro. Percentuale che sale all’83% se si considerano le gare di importo sotto i 150.000 euro. Di fatto più di 4 lavori su 5 possono essere messi a gara da stazioni appaltanti che non hanno bisogno della qualificazione. Mentre solo appena poco più del 3% le gare per lavori di importo sopra a 1 milione di euro.
“Di fatto in Veneto non si sta investendo in nuove opere – dichiara il Presidente di Ance Veneto Alessandro Gerotto – ma si sta più che altro facendo manutenzione all’esistente. Teniamo conto che anche la realizzazione di una scuola, ad esempio un asilo-nido, prevede importi quanto meno superiori al milione di euro. Si tratta di un segnale che considero preoccupante per il futuro perché una polverizzazione così spinta significa anche meno qualità, meno formazione e meno investimenti”.
Il Rapporto evidenzia che nel primo trimestre 2024 l’importo medio delle gare è pari a 161.764 euro per il comparto dell’edilizia civile e industriale, 123.732 euro per le opere stradali, 143.856 euro per le opere idrauliche e di difesa del suolo e a 342.901 euro per le infrastrutture e relative manutenzioni. Un ulteriore focus riguarda le procedure di aggiudicazione più utilizzate, che determinano anche la forma della concorrenza tra le imprese. In questo caso emerge che in 4 province (Belluno, Rovigo, Treviso e Vicenza) su 7 la maggior parte delle risorse viene assegnata mediante affidamento diretto anche nelle gare sopra i 150.000 euro. Tra le 1.298 gare che risultano aggiudicate nel 1° trimestre 2024 quali stazioni appaltanti i Comuni fanno largamente la parte del leone con il 60,1%, seguiti dagli altri enti locali territoriali, soprattutto ULSS (22,3%), che sopravanzano, non di molto, le Utilities (17,6%). Anche in questo caso lo stesso ordine non viene mantenuto quando dal numero di appalti si analizzano gli importi aggiudicati. I Comuni, i quali evidentemente fanno gare più numerose e frazionate, di minore entità, scendono in fondo alla classifica con il 28,8% degli importi, mentre le Utilities si affermano nella ripartizione (37,2%) con a ridosso, subito dopo, gli altri enti locali (34,0%).
La suddivisione territoriale delle gare aggiudicate nel primo trimestre 2024 assegna una prevalenza netta in termini di numeri assoluti alla provincia di Padova (20,9%) di fronte all’allineamento intorno al 15/19% delle altre grandi province: Vicenza, Venezia, Verona e Treviso. Le province di Rovigo e di Belluno si caratterizzano per numeri molto bassi. Se dal numero di gare aggiudicate focalizziamo invece gli importi, questa graduatoria si modifica perché il primato di spesa si riferisce alla Città Metropolitana di Venezia (25,0%), la quale vanta appalti più consistenti. Anche Treviso e Verona segnano percentuali di importi aggiudicati più alte delle percentuali del numero di gare.
“Certamente sarà necessario osservare il trend dei prossimi trimestri – sottolinea Gerotto – poiché sappiamo le difficoltà delle Stazioni Appaltanti in questo inizio 2024 a causa dell’entrata in vigore della digitalizzazione degli appalti pubblici e del conseguente forte rallentamento della pubblicazione di nuovi procedimenti.”
“Sul piano della tipologia di opere mandati a gara, fa specie rilevare la quota piuttosto ridotta di investimenti sull’assetto idrogeologico del territorio, anche considerato il periodo recente di emergenza e gli evidenti effetti del cambiamento climatico”.