La Corte Costituzionale con sentenza n. 77/2021 del 21 aprile ha stabilito l’illegittimità della Legge regionale n. 50 del 23 dicembre 2019 sulla regolarizzazione delle piccole difformità edilizie con la motivazione che la norma regionale invade la competenza statale in materia di governo del territorio.
La legge regionale aveva l’obiettivo di dare la possibilità di porre rimedio alle discrepanze tra il fabbricato esistente e il titolo edilizio o il progetto approvato, nei casi che ricadevano in determinate situazioni e gli immobili realizzati prima del 28 gennaio 1977, data in cui entrò in vigore la legge sull’edificabilità dei suoli. La norma prevedeva che, per ottenere la sanatoria, fosse sufficiente presentare la Scia, versare il contributo edilizio e pagare una multa definita.
Il tema già nel 2019 era molto sentito dal mercato immobiliare, poiché molte compravendite rischiavano di saltare proprio per la presenza di vecchi abusi che non possono essere sanati in via ordinaria. Questa fattispecie ha acquistato ancora maggiore rilevanza a seguito dell’istituzione del Superbonus 110%, che risulta precluso a tutti gli immobili che presentano vizi, seppur minimi come quelli che la Legge regionale avrebbe avuto l’obiettivo di sanare.
Si allega il testo della sentenza n. 77/2021 della Corte Costituzionale.