L’Italia presenta un patrimonio storico-architettonico senza pari nel mondo. Un patrimonio bisognoso di cura e tutela, dai singoli edifici, come le Ville Venete, ai numerosi centri storici che abbondano lungo tutto il territorio e che sono custodi della memoria del Paese.
Nel quarto e ultimo appuntamento del Ciclo del Bello, tenutosi di fronte a quasi 200 persone nella splendida cornice di Villa Mosconi Bertani di Negrar (VR) lo scorso 20 settembre, i Giovani di Ance Veneto si sono voluti occupare del valore economico ma anche sociale degli interventi di recupero e valorizzazione di edifici e centri storici.
Nell’intervento di apertura dei lavori, ad opera di Pierfrancesco Tieni, imprenditore del Gruppo Giovani di Verona, che per l’occasione ha collaborato con Ance Veneto Giovani per la realizzazione dell’evento, l’intento dei Giovani appare chiaro: “In tempo di contenimento del consumo di suolo e di riqualificazione dell’esistente, un occhio particolare va dato alla conservazione del patrimonio storico-architettonico e culturale, che può e deve divenire sempre più una grande risorse per il nostro Paese. Ciò avrà luogo nella misura in cui saremo in grado di mantenerlo costantemente in buono stato e di renderlo fruibile”.
Risorse finanziarie ma anche programmi seri e complessivi sono gli elementi necessari per salvare edifici e soprattutto centri storici dal degrado e dall’abbandono.
Concetti ribaditi anche durante il dibattito, condotto dal Direttore del Corriere del Veneto, Alessandro Russello, che ha visto la partecipazione di Fabrizio Magani, Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza, l’Architetto Giulio Muratori, Resposabile veneto FAI Ambiente e l’Architetto Matteo Corazza, Vice Presidente di Ance Veneto Giovani e curatore scientifico del Ciclo del Bello.
Gli ospiti hanno sottolineato come anche per il rilancio dei centri storici manchi un progetto della città, non soltanto edilizio quanto piuttosto di natura sociale. E’ fondamentale partire da un’analisi tipologica dei luoghi oggetto di intervento.
Anche il Soprintendente Magani ha ribadito come il recupero di aree ed edifici di valore storico passa per una loro rifunzionalizzazione efficace. In tal senso ben venga un’integrazione tra il patrimonio storico e l’architettura contemporanea.
I Giovani dell’Ance hanno portato in primo piano, come durante tutto il percorso del Ciclo del Bello, l’importanza di anteporre l’interesse per il bello, per la qualità, anche nelle scelte di pianificazione degli interventi sul costruito da parte delle Amministrazioni Pubbliche, pena lo svilimento delle ricchezze del nostro paesaggio.
Sebbene vi sia condivisione sulla presenza di alcuni timidi segnali di una rinnovata sensibilità verso la tutela del territorio, gli ospiti ammettono che la strada da percorrere è ancora molto lunga.
Al termine del dibattito, questi temi sono stati dibattuti durante una lunga intervista all’imprenditore Massimo Colomban, fondatore di Permasteelisa ed autore del recupero di Castelbrando, a Cison di Valmarino sulle colline trevigiane.
Colomban ha evidenziato l’importanza della conservazione del patrimonio storico culturale italiano nell’ambito del rilancio del turismo del nostro Paese. In tal senso ha sottolineato il ruolo decisivo del soggetto pubblico nel sostenere le iniziative dei privati.
La chiusura del convegno, come consueto, è stata realizzata dal Presidente di Ance Veneto Giovani, Giovanni Prearo. Dapprima Prearo ha riassunto i contenuti principali emersi dai relatori: “Intervenire sul recupero e la valorizzazione dei centri storici ha un indubbio effetto positivo sia dal punto di vista economico, perché in tal modo viene ridato nuovo valore al territorio circostante, ma anche da quello sociale e culturale perché edifici e centri storici sono espressione della nostra storia e del bello del nostro territorio”.
In conclusione del Ciclo del Bello il Presidente dei Giovani ha ricordato che l’obiettivo con cui è nata questa iniziativa è stato “quello di promuovere la CULTURA DEL BEL COSTRUIRE sia verso coloro che operano lungo il processo della costruzione, dal progettista al costruttore, sia verso il pubblico, i potenziali committenti.”
“Il Ciclo del Bello rappresenta solo l’avvio di un percorso lungo ed impegnativo, finalizzato a ricreare nelle singole persone la CULTURA DEL BELLO. Il favore riscontrato ad ogni appuntamento e la condivisione di questi valori con i numerosi soggetti coinvolti nel percorso ci hanno fatto comprendere di essere sulla strada giusta.”
Considerato il successo di questo ciclo di incontri, il Presidente Prearo ha annunciato la pubblicazione di un opuscolo che riassumerà i messaggi ed i contenuti più significativi emersi durante i 4 appuntamenti realizzati in questo biennio: “Pubblicazione che sarà presentata entro la fine dell’anno, arricchita di contributi di personalità esperte dell’evoluzione socio-economica del territorio, provenienti soprattutto dal di fuori del mondo delle costruzioni, perché riteniamo che il confronto con punti di vista differenti rispetto al nostro non possa che arricchirci”.