L’Ance ha presentato e consegnato al governo una piattaforma di opere rapidamente cantierabili, frutto di una ricognizione del sistema associativo su tutto il territorio nazionale. Il piano di interventi è stato illustrato nel corso dell’evento “La carica dei 5mila cantieri per far ripartire l’Italia” che si è svolto il 29 aprile a Roma nella sede nazionale dell’associazione dei costruttori edili. Un intenso lavoro, avviato d’accordo con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, grazie alla collaborazione delle amministrazioni locali. Ora l’Ance nazionale chiede che le opere entrino in un decreto legge che contenga uno stralcio di riforma degli appalti in sette punti.
In Veneto, sono 436 i progetti individuati (8% del totale del piano) per un importo complessivo di circa 160 milioni di euro. In testa alle segnalazioni ci sono interventi su edifici scolastici (27%), opere di riqualificazione urbana (19%), manutenzione delle strade (11%) e mobilità urbana (10%). Tutte azioni che non possono essere rimandate, come emerge anche dalle cronache degli ultimi giorni che hanno messo ancora una volta in luce la fragilità del Paese.
«Con questo piano è possibile centrare un doppio obiettivo: – ha dichiarato il presidente di Ance Veneto Giovanni Salmistrari – soddisfare le esigenze dei cittadini e svolgere un immediato ruolo anticiclico. Buona parte degli interventi segnalati sono, infatti, già in avanzato stato progettuale, quindi pronti a diventare cantieri in tempi rapidissimi, dando un impulso positivo all’economia e al lavoro del nostro territorio».
Nel decreto legge che dovrebbe recepire il piano dei cantieri si chiedono interventi per garantire più certezza e responsabilità nell’esecuzione dei lavori. Tra le richieste, l’eliminazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (maxi ribasso) per i piccoli appalti (sotto i 2,5 milioni) e la sua limitazione, fino a 5 milioni, ai soli lavori complessi, la determinazione della soglia di anomalia per sorteggio solo dopo la presentazione dell’offerta; più controlli e responsabilità attraverso il ritorno alla figura dell’ingegnere capo.