Prosegue anche nel periodo aprile-giugno 2024 il trend del mercato dei Lavori Pubblici in Veneto caratterizzato da importi ridotti e ricorso all’affidamento diretto.
Nel corso del 2° trimestre, infatti, sono state registrate in ANAC 2.349 gare indette da parte di stazioni appaltanti del Veneto per un importo a gara complessivo pari a 237,4 milioni di euro. Sulla base delle aggiudicazioni registrate le risorse assegnate ammontano a 214,2 milioni di euro, di cui quasi due su tre di importo inferiore a 40 mila euro.
Il rapporto prende in esame le gare di importo al di sopra dei 40 mila euro.
In termini numerici, i Comuni sono la tipologia di stazione appaltante di gran lunga predominante, con oltre il 60% delle gare appaltate, mentre sulla base dell’importo a gara risulta un certo equilibrio tra Comuni (il 36%), le Utilities (35%) e gli altri Enti Locali (29%), in cui la Regione la fa da padrone.
In merito alle categorie di lavori, la maggioranza relativa delle gare ha riguardato opere di edilizia civile e industriale (il 42,7%), tuttavia con importi medi a gara piuttosto bassi (inferiore a 150 mila euro). Seguono le opere stradali (il 33,7% con importo medio a gara di poco sotto a 220 mila euro), le infrastrutture e relative manutenzioni (il 31,7% con importo medio a gara di quasi 900 mila euro) e le opere di difesa del suolo (soltanto l’11,8% e un importo medio a gara di 280 mila euro).
La suddivisione territoriale delle gare aggiudicate nel secondo trimestre 2024 assegna un certo equilibrio in termini di numeri assoluti tra le principali province venete (tra il 17% e il 18%) con Treviso al 13%, Belluno al 10% e Rovigo a chiudere con poco meno del 6%. Sulla base degli importi, invece, si riscontra una netta prevalenza della provincia di Padova con il 24% delle risorse aggiudicate, seguita a distanza da Venezia con il 17,8% e Verona con il 15,4%.
Analizzando le tipologie di procedura adottata dalle stazioni appaltanti sia per numero che per importo le differenze territoriali sono rimarchevoli, concentrandosi esclusivamente sulle aggiudicazioni sopra la soglia di 150.000 euro. La procedura aperta presenta una percentuale a livello regionale del 10,8% con Padova, Rovigo e Verona ad evidenziare una quota superiore alla media. Sono procedure praticate per lo più dalle Utilities e fanno riferimento ad opere di manutenzione delle infrastrutture o di edilizia civile e industriale. L’affidamento diretto primeggia a Treviso e Vicenza (quote largamente superiori al 60%), con un forte ricorso da parte dei Comuni ed in riferimento ad opere stradali. Gli Enti locali diversi da Comuni e Utilities si segnalano per un maggiore ricorso alle procedure negoziate (59,5% contro una media del 40,8%) ed a livello territoriale sono, nell’ordine, Verona e Belluno ad evidenziare le quote più consistenti tanto più se sono orientate ad opere per la salvaguardia del territorio.
“Se puntavamo sul mercato dei lavori pubblici per sostenere gli investimenti nel settore delle costruzioni – dichiara il Presidente Alessandro Gerotto – allora direi che abbiamo sbagliato previsione. Non si evince dai dati lo slancio che ci si poteva aspettare dal PNRR. E la tipologia di gara che predomina – con importo sotto ai 40 mila euro – ci fa pensare che le Stazioni Appaltanti stiano puntando più su manutenzioni ordinarie piuttosto che su investimenti per nuove opere finalizzate allo sviluppo del territorio o, ancora meno, alla sua tutela dagli eventi calamitosi, sempre più vera emergenza per tutto il Paese”.
“Ancora una volta è d’obbligo evidenziare gli importi medi a gara assolutamente irrisori. Difficile poter puntare sulla crescita della qualità – in termini di innovazione e sostenibilità – degli operatori economici quando i lavori di fatto non la richiedono”.