Ance Veneto con la piattaforma di comunicazione “Civiltà di Cantiere” ed in collaborazione con ANCE nazionale, il gruppo Banca Intesa San Paolo e la neocostituita Assindustria Venetocentro, ha realizzato la 3^ edizione della CONSTRUCTION CONFERENCE “Civiltà di Cantiere”.
Dopo le prime due edizioni realizzate in Friuli Venezia Giulia, stavolta è toccato al Veneto ad ospitare questo evento di riflessione ed approfondimento sui temi concernenti la trasformazione del settore e del territorio.
L’evento, svoltosi presso la Villa Borromeo a Sarmeola di Rubano nei pressi di Padova per l’intera giornata di venerdì 12 ottobre ha avuto per titolo: RIGENERAZIONE E SVILUPPO DI UN ECOSISTEMA METROPOLITANO.
La Conferenza ha avuto come obiettivo principale quello di avviare una riflessione sulle potenzialità e le opportunità di processi e interventi di rigenerazione guardando in modo particolare alle specificità del modello di sviluppo urbano del Veneto e del Nord Est.
Hanno contribuito allo sviluppo del tema numerosi ospiti relatori, imprenditori, professionisti, rappresentanti politici e del mondo economico e finanziario, susseguitisi nelle due sessioni di cui si è composta la giornata: la prima volta a definire scenari e processi in corso con l’obiettivo di individuare modelli ed esperienze anche internazionali, la seconda caratterizzata per un vero e proprio focus sulla nostra regione.
Come ha sottolineato nella sua relazione di apertura il direttore di Civiltà di Cantiere Alfredo Martini “La rigenerazione costituisce la maggiore opportunità per il sistema Italia perché chiama istituzioni e operatori privati a creare le condizioni affinché il fattore territorio assuma un ruolo centrale nel processo di sviluppo del Paese. Nella rigenerazione rientrano infatti non soltanto il recupero delle aree produttive o dei capannoni dismessi o delle periferie urbane, ma anche messa in sicurezza sismica e idrogeologica, qualità ambientale e potenziamento infrastrutturale. Quel che serve è una riflessione che parta da quanto è stato fatto e si sta facendo, individuando un percorso, guardando alla trasformazione che ha caratterizzato molte città europee, analizzando le criticità del sistema italiano, per delineare e condividere una metodologia vincente.”
Tra gli interventi di rilievo quello dell’architetto Stefano Boeri, che ha ribadito come la rigenerazione abbia una funzione decisiva “per ibridare l’attuale conformazione e rigidità delle nostre città in quanto è qualcosa che si rende visibile progressivamente attraverso una pluralità di forme e di interventi. È un po’ come l’agopuntura, con la quale si interviene in maniera “dolce” aiutando il corpo della città a migliorarsi.”
“La Conferenza – ha ricordato il presidente di ANCE Veneto Giovanni Salmistrari – nasce dalla condivisione tra i partner dell’urgenza di individuare un percorso virtuoso che ponga la rigenerazione di aree produttive dismesse ed urbane degradate come una priorità. Il nostro progetto ha l’obiettivo di arrivare a una visione comune tra pubblico e privato così da costruire un percorso di Governance e di gestione di procedure, individuando le risorse necessarie da utilizzare secondo una rigorosa programmazione, senza scorciatoie, e ricollocando norme e strumenti urbanistici in una logica di risultato e non di autoreferenzialità. Strade obbligate se si vogliono superare le maggiori criticità del sistema Italia: eccesso di burocrazia, rigidità urbanistica, tempi incompatibili con l’investimento privato.”
Per quanto riguarda le risorse per la riqualificazione urbana l’ANCE stima una disponibilità di almeno 9 miliardi di euro. Per il presidente nazionale Gabriele Buia “per usare bene i fondi, vi è la necessità di definire al più presto una strategia nazionale/regionale sulle città, un salto di qualità verso le migliori esperienze europee in materia e un modello istituzionale di intervento sulle città. La vera sfida è quella di garantire la collaborazione tra i vari livelli istituzionali, nel rispetto delle competenze di ciascuno, e di mettere in competizione i progetti. Per ottimizzare l’uso delle risorse disponibili e realizzare una visione di lungo periodo di rigenerazione delle città, è necessario introdurre una governance unica, chiara e stabile nel tempo, evitando logiche di distribuzione “a pioggia” delle risorse, definendo strategie unitarie di sviluppo urbano a livello territoriale che garantiscano l’integrazione dei fondi. Ci vuole una regia nazionale per le politiche urbane.”
Il tema del valore della trasformazione è stato affrontato da diversi punti di vista quello delle imprese di costruzioni con Diego Carron, Presidente Carron Costruzioni Generali, quello della logistica da Enrico Marchi, Presidente Gruppo SAVE, quello dell’ingegneria e del rapporto tra rigenerazione e infrastrutture da Giovanni Battista Furlan, Presidente Net Engineering International e Vicepresidente OICE. Sull’importanza di saper innovare valorizzando identità locale e cultura è intervento il presidente di ANAS e della Metropolitana di Napoli, Ennio Cascetta.
Secondo il presidente del CNAPPC, Giuseppe Cappochin, di fronte al ruolo crescente delle città come poli di sviluppo e di innovazione diventa essenziale puntare su un grande sistema dell’economia urbana condotto da un eccezionale progetto politico perché la politica senza progetto, senza visione strategica del futuro delle città e del Paese è la maggior responsabile della dispersione urbana, dello sviluppo di periferie spersonalizzate, isolate, mal pianificate, delle città dell’automobile, delle case senza personalità, dell’inquinamento, dei tempi di spostamento eccezionalmente lunghi, della relazione conflittuale con l’ambiente naturale.”
In molti interventi si è sottolineato lo stretto rapporto tra riqualificazione immobiliare e rigenerazione. Giovanni Salmistrari ha ricordato come la frammentazione della proprietà immobiliare costituisce una criticità che va superata con soluzioni innovative e coraggiose.
“La rigenerazione del territorio – ha inoltre dichiarato Massimo Finco, Presidente di Assindustria Venetocentro – è una precondizione indispensabile per la competitività delle nostre imprese. Un territorio vivibile, connesso e attrattivo, attrezzato a confrontarsi con il resto del mondo che corre veloce. La nostra area-regione ha tutte le caratteristiche per ambire ad essere un modello di rigenerazione urbana, recupero e riuso di capannoni, dismessi o inutilizzati, figli dell’economia pre-crisi.
Da più parti è emersa la necessità che le Istituzioni siano capaci di assumersi un ruolo di guida condividendo visione, metodo di governo dei processi e definendo in modo chiaro e condiviso i diversi ruoli tra pubblico e privato.
Come ha ricordato il Governatore Luca Zaia nel videomessaggio inviato agli organizzatori e ai partecipanti, “il Veneto è stata la prima regione a dotarsi di una legge sul consumo di suolo non con l’obiettivo di bloccare tutto, ma per fare un percorso insieme e per ribadire che tutti vogliamo recuperare un territorio che se resta degradato impedisce opportunità di sviluppo e di business anche per gli operatori privati. Un territorio bello e ben conservato è una ricchezza per tutti.”
Per la Regione Veneto sono poi intervenuti:
– Ilaria Bramezza, segretario generale alla programmazione della Regione Veneto, e gli Assessori regionali Cristiano Corazzari, Assessore alla pianificazione territoriale e urbanistica, ed Elisa De Berti, Assessore alle infrastrutture.
Infine le potenzialità della rigenerazione territoriale ed urbana hanno trovato concretezza nei progetti illustrati da Mauro Cazzaro, AD dell’impresa omonima (Ca’delle Alzaie), da Damaso Zanardo, della Open Dream (Ex area Pagnossin) e da Daniele De Bettin e Mauro Galantino della DBA Group (La Porta di Terra a Venezia).
Conclusioni affidate al direttore di Civiltà di Cantiere Alfredo Martini che ha ricordato che “per progettare e realizzare interventi di rigenerazione è essenziale che i parametri a cui affidarci tengano conto del cambiamento, dei nuovi paradigmi, come quello della sostenibilità, utilizzando nel modo migliore l’innovazione derivata dal digitale ma anche dalla ricerca tecnologica. Lo scenario del cambiamento è così pervasivo e radicale da far emergere nuove esigenze sul fronte della domanda rispetto all’organizzazione degli spazi urbani, contribuendo a delineare nuove funzioni e un’inversione di tendenza rispetto ai modelli dominanti fino a pochi anni fa. E se questo è vero allora diventa necessario assumere un approccio più immaginifico e aperto al futuro.”