La cultura della costruzione e la bellezza. Con queste parole chiave i Giovani Imprenditori edili hanno dato avvio al “Ciclo del Bello”, l’iniziativa promossa con l’obiettivo di riscoprire il patrimonio storico-architettonico del Veneto per valorizzare la funzione della professione dell’imprenditore edile.
Il primo appuntamento si è svolto lo scorso mercoledì 25 maggio a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova) traendo spunto dal titolo “La Villa Veneta: quando la cultura incontrava il bel costruire. E oggi?. Ne hanno discusso ospiti di grandissimo spessore e competenza: lo storico e critico d’arte Philippe Daverio, il direttore architetto della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio di Venezia Belluno Treviso e Padova, Giuseppe Rallo e il Direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello.
I Giovani Imprenditori di Ance Veneto hanno proposto ai relatori un’analisi degli aspetti virtuosi che hanno caratterizzato lo sviluppo delle Ville Venete nei secoli scorsi, con particolare attenzione allo sviluppo della struttura edilizia di questi complessi costruttivi e alla trasformazione del paesaggio circostante, sempre profondamente influenzato e determinato dall’insediamento della villa.
“Dalla metà del Cinquecento – ha spiegato nell’intervento di apertura dei lavori Matteo Corazza, giovane imprenditore trevigiano e componente di Ance Veneto Giovani – la villa diventa il perno dell’economia, della società e dell’evoluzione del paesaggio. In particolare, quest’ultimo si è trasformato per accogliere le ville e soddisfarne le esigenze. A differenza dello sviluppo insediativo dei giorni nostri, potremmo parlare di un mutamento “sostenibile”.
La Villa Veneta è un contributo fondamentale per lo sviluppo paesaggistico e urbanistico, giunto fino ai giorni nostri, che deriva dall’approfondita conoscenza delle esigenze di magnificenza e di funzionalità della committenza e dall’attento studio del territorio.
Un esempio che conferma come, alla base di un buon costruire, sia necessaria la cultura del committente, del progettista e del costruttore”.
I relatori hanno confermato come la villa veneta rappresenti la bellezza e la qualità del costruire lo spazio urbano. Elementi che si sono perduti negli ultimi decenni, in nome della legge del produrre e non quella del preservare.
Hanno inoltre sottolineato l’importanza di tornare a valorizzare il patrimonio storico, in quanto fondamento della nostra identità, e di ripartire da tale esempio per uno sviluppo virtuoso del nostro territorio.
L’evento ha visto una grandissima partecipazione di pubblico, con oltre 250 persone estremamente attente a raccogliere ogni considerazione dei relatori.
Il successo dell’evento è stato accolto con grande soddisfazione da parte di Ance Veneto Giovani ed in particolare del Presidente Giovanni Prearo, primo promotore di questa iniziativa:
“Siamo lieti di vedere che il tema della bellezza delle costruzioni e del paesaggio sia così sentito non soltanto dai cosiddetti “addetti ai lavori” ma soprattutto da parte del pubblico.”
“Il “Ciclo del Bello” – dichiara Prearo – si fonda su due parole chiavi, che rappresentano la motivazione del nostro lavoro: cultura e bellezza. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di portare in primo piano la cultura delle costruzioni: ritornare a considerare innanzitutto la qualità del prodotto edilizio piuttosto che il costo economico della sua realizzazione. Si tratta di un percorso che possiamo definire “di educazione” e di sensibilizzazione rivolto a tutti i partecipanti del processo della costruzione: il pubblico, i committenti, i progettisti, i costruttori.
La scelta di realizzare questi incontri presso le Ville Venete è una naturale conseguenza: sono state e sono tuttora il miglior esempio di “bel costruire” presente nel nostro territorio.
Il Ciclo del bello si snoderà in 4 incontri tra il 2016 e il 2017 e saranno realizzati in alcune delle numerose Ville Venete presenti nel territorio regionale.
Le tematiche degli incontri spazieranno dall’organizzazione della struttura edilizia ai materiali e alle tecniche costruttive; dal recupero e valorizzazione degli edifici storici al valore del “bello” e della qualità delle costruzioni.
“Gli incontri del Ciclo del bello sono aperti al pubblico – conclude Prearo – perché la cultura del bel costruire parte innanzitutto dal committente. Lui sceglie il progettista e l’impresa di costruzioni. Da lui parte il processo che porta alla realizzazione dell’opera”.
“Noi ci crediamo: è ancora possibile costruire cose belle, che arricchiscono il territorio!”.
Prossimo appuntamento nel mese di ottobre.